Anno di inizio progetto: 1999 (censimenti iniziati nel 1956)

Durata: progetto a lungo termine    

Valle: Area di studio intensiva in Valsavarenche (AO), monitoraggi in tutto il Parco

Dettagli: L’area di studio intensiva si trova a Levionaz, in Valsavarenche. I censimenti e i monitoraggi per le analisi sulla dinamica di popolazione sono svolti in tutto il Parco mentre alcuni progetti specifici, come ad esempio quelli legati alla distribuzione della specie e alla struttura genetica, hanno una valenza transalpina.

Periodo attività di campo: maggio-settembre (per l’area di Levionaz)

Introduzione generale:

La conservazione e il monitoraggio dello stambecco caratterizzano l’attività del Parco Nazionale Gran Paradiso sin dalla sua fondazione. In aggiunta all'impegno diretto per la reintroduzione e la conservazione della specie su tutto l'arco alpino, negli ultimi decenni il Parco ha promosso attività di ricerca scientifica a lungo termine nel suo territorio. Dal 1999 è in corso nell’area di Levionaz (Valsavarenche, AO) un programma di studio intensivo su ecologia, life history e genetica dello stambecco in collaborazione tra il servizio biodiversità e ricerca scientifica e il servizio di sorveglianza e che ha visto negli anni la collaborazione con numerose università (tra le altre: Pavia, Sassari, Ferrara, Zurigo, Chester (UK), Sherbrooke (Canada), Torino, Milano).

Il programma di ricerca prevede la marcatura mediante collari o marche auricolari di una buona proporzione degli animali presenti nell’area. Grazie alle marcature è possibile riconoscere gli individui e seguirli per più anni raccogliendo campioni biologici e informazioni su sopravvivenza, stato sanitario, comportamento, strategie di riproduzione e di allocazione delle risorse. Ciò a sua volta consente di seguire la dinamica della popolazione e di testare nuovi metodi di monitoraggio.

Linee di ricerca:

Il progetto ha come obiettivo principale l’acquisizione di nuove conoscenze utili a favorire la conservazione della specie. Per fare ciò vengono svolte ricerche su diversi temi, spesso interconnessi.

Risposte della popolazione ai cambiamenti ambientali in corso

I cambiamenti ambientali in corso negli ultimi decenni sono particolarmente evidenti sulle Alpi dove l’aumento delle temperature associato alla diminuzione delle precipitazioni invernali provoca mutamenti nella stagionalità e nella distribuzione spaziale e temporale delle risorse trofiche necessarie per la sopravvivenza e il successo riproduttivo degli ungulati.

Grazie alle attività di monitoraggio e ricerca in corso nel Parco sono disponibili lunghe serie storiche di dati che consentono di analizzare come le variazioni dell’ambiente influiscano sui parametri della popolazione. Questi dati sono affiancati da dati ambientali di elevato dettaglio che derivano sia da misurazioni dirette dei parametri meteo-climatici e di produttività della vegetazione sia da misure indirette ottenute da immagini satellitari.

I dati utilizzati per analizzare le risposte della popolazione di stambecco alle modificazioni ambientali comprendono sia dati di lungo termine sulla popolazione nel suo complesso, derivati dai censimenti che si svolgono con la stessa tecnica a partire dal 1956 e che forniscono informazioni su sopravvivenza, tasso di fecondità e successo riproduttivo, sia dati sulle condizioni corporee e sanitarie degli animali presenti nell’area di studio di Levionaz. Questi ultimi includono dati sulle variazioni stagionali di peso degli animali e sulla carica parassitaria misurata in continuo per tutta la vita degli animali marcati (dati disponibili a partire dal 2000), e dati sull’accrescimento annuale delle corna, misurato sia sugli animali marcati che su quelli ritrovati morti per cause naturali dentro i confini del Parco (dati disponibili a partire dagli anni ‘80). Infine, vengono anche svolte osservazioni comportamentali sui singoli esemplari.

L’andamento della popolazione è quindi studiato sia globalmente, cercando di comprendere quali variabili influenzino i parametri demografici (sopravvivenza, successo riproduttivo, ecc.), sia a livello individuale, analizzando come le variabili ambientali influiscano sulle condizioni dei singoli esemplari. In aggiunta, sono state indagate anche le risposte comportamentali della specie all’aumento delle temperature. Lo stambecco, infatti, è un’animale sensibile al caldo e presenta un range di temperatura ottimale molto ristretto (10-12°C). Al di sopra di questo range, la sua attività si riduce e vengono modificati i ritmi di foraggiamento e la selezione dell’habitat, con possibili ripercussioni sull’acquisizione delle risorse alimentari.

Infine, vengono indagate anche le differenze nella risposta ai cambiamenti ambientali da parte delle diverse classi di età e sesso della popolazione. Infatti, a causa del forte dimorfismo sessuale e della lenta strategia di life history tipici della specie, ci si attende che maschi e femmine e animali di diverse età rispondano in maniera diversa ai cambiamenti ambientali in corso. Poiché ciò può avere delle ripercussioni importanti sulla conservazione della specie nel suo complesso è necessario approfondire questo aspetto.

Interazioni con l’uomo

Nonostante lo stambecco sia una specie molto confidente che non sembra mostrare timore nei confronti dell’uomo, scarse sono le conoscenze sugli effetti che le attività umane hanno sul suo comportamento, sullo stato sanitario e su come il disturbo antropico possa influire sui suoi ritmi di attività, sulle aree che frequenta e, in ultima istanza, sulla sua life history. Le interazioni con le attività umane che vengono indagate nel Parco sono sia di tipo diretto, ad esempio il disturbo relativo al sorvolo da parte di elicotteri o alla presenza di turisti, bestiame domestico o cani da pastore, sia di tipo indiretto attraverso analisi sanitarie per individuare eventuali patogeni presenti nello stambecco e che possono derivare dalla coesistenza con il bestiame domestico. Inoltre, rientrano nel filone di ricerca sulle interazioni tra l’uomo e la fauna gli studi sull’ibridazione tra stambecco e capra domestica. Questo fenomeno sembra essere in espansione e rappresenta motivo di preoccupazione per la conservazione della specie ed è pertanto monitorato con grande attenzione dal personale del Parco.  

Ecologia molecolare

La bassa variabilità genetica e il conseguente ridotto potenziale adattativo sono tra le caratteristiche peculiari dello stambecco che lo rendono vulnerabile e scarsamente in grado di adattarsi ai cambiamenti in corso nell’ambiente, siano essi di tipo meteo-climatico o relativi alla presenza di nuovi patogeni. La bassa variabilità genetica deriva dalla storia recente della specie che è stata sull’orlo dell’estinzione meno di due secoli fa e che per questo è andata incontro ad una serie di colli di bottiglia che ne hanno depauperato in modo consistente il patrimonio genetico. La popolazione del Gran Paradiso, unica rimasta ai tempi della quasi estinzione, è stata utilizzata come fonte diretta o indiretta degli individui utilizzati per le reintroduzioni e rappresenta pertanto un riferimento essenziale per capire come le reintroduzioni abbiano dato forma alle attuali popolazioni presenti sull’arco alpino. Gli studi genetici nei quali il Parco è impegnato sono numerosi e si concentrano sia a livello locale, per analizzare gli effetti della variabilità genetica sugli individui, sia a livello globale, con l’obiettivo di descrivere la variabilità della specie nel suo complesso e di pianificare eventuali interventi di rinforzo genetico che tengano in considerazione le caratteristiche genetiche delle popolazioni. I dati genetici sono inoltre utilizzati come strumenti per indagare questioni più ecologiche come ad esempio il successo riproduttivo.

Metodi di monitoraggio

Tutte le ricerche descritte in precedenza si basano sulla raccolta di informazioni che devono essere accurate ed attendibili. Quindi, in parallelo alla raccolta di dati e ai campioni biologici, il Parco è impegnato in attività di ricerca finalizzate allo sviluppo di metodi di campionamento affidabili, ripetibili nel tempo, economici e il più semplici possibili da mettere in pratica sul campo. Tra le altre cose sono in via di perfezionamento nuovi metodi non invasivi per il campionamento genetico tramite le feci, metodi di riconoscimento individuale basati sull’intelligenza artificiale (che non necessitino quindi la cattura e la marcatura degli animali) e nuovi di metodi di censimento da affiancare alla metodologia tradizionale in uso nel Parco per migliorarne l’attendibilità.

In aggiunta a queste linee di ricerca, negli anni passati sono stati svolti studi su diversi temi, tra i quali citiamo: il comportamento spaziale e alimentare di maschi e femmine di stambecco, la life history, la dinamica stagionale della carica parassitaria, le reti sociali e le gerarchie, i ritmi di attività giornalieri e stagionali.

Maggiori informazioni sui risultati delle ricerche concluse si possono trovare negli articoli scientifici pubblicati dai ricercatori che collaborano al progetto e che sono elencati qui sotto.

Per ulteriori dettagli potete contattare il servizio biodiversità e ricerca scientifica dell’ente.

alice.brambilla@pngp.it / ramona.viterbi@pngp.it

Progetti europei

Interreg IIIA 2000-2006 Alcotra Italia-Francia

Interreg 2007-2013 Italia-Svizzera GREAT http://www.greatinterreg.eu/partners.php

Interreg IV-A 2014-2020 Alcotra Italia-Francia LEMED-IBEX

GSE – AIESG https://www.pngp.it/gse/presentazione

EUROIBEX https://euromammals.org/euroibex/

Collaborazioni attive con le seguenti università/enti di ricerca

Università di Zurigo (CH)

Università di Pavia

Università di Ferrara

Università di Torino

Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima CNR

Altre collaborazioni

Università di Sherbrooke (Canada)

Università di Chester (UK)

Università di Milano

Università di Sassari

Invio candidature: preferibilmente entro il mese di / tutto l'anno

La maggior parte della raccolta dati sul campo si svolge tra maggio e settembre. È prevista la possibilità per un numero limitato di tesisti e studenti di collaborare alle attività di ricerca e di svolgere tesi o tirocini. Gli studenti interessati sono pregati di inviare le candidature preferibilmente entro il mese di dicembre. La selezione verrà effettuata entro la fine di marzo.

Pubblicazioni scientifiche a partire dall’anno 2000: vedi l'apposita pagina

Il Servizio biodiversità e ricerca scientifica è disponibile ad accogliere studenti che vogliano svolgere al Parco stage e tesi di laurea. Le attività verranno svolte nell’ambito dei progetti di ricerca attivi. Per inviare la propria candidatura è obbligatorio compilare il seguente form online.