L’utilizzo di piante ornamentali esotiche in giardini privati e/o pubblici rappresenta una delle principali vie d’introduzione e diffusione di specie alloctone invasive, comportando significative problematiche di tipo socioeconomico ed ambientali. Un esempio emblematico è quello dell’albero delle farfalle (Buddleja davidii) oggi in espansione in diverse vallate del Parco. Ogni singolo cittadino, attraverso scelte consapevoli, sostenibili e responsabili, svolge un ruolo chiave nella conservazione e protezione dell’equilibrio ecologico del territorio che abita.
Le specie alloctone/aliene/esotiche (tutti sinonimi) sono tali in quanto si trovano al di fuori della loro area di origine naturale perché trasportate in modo volontario o accidentale da parte dell’uomo.
Alcune di queste, particolarmente resistenti a parassiti e malattie, capaci di adattarsi a differenti condizioni ambientali e di diffondersi con grande facilità, sono definite invasive spesso altamente efficienti e competitive nell’uso delle risorse rispetto alle specie spontanee/native/indigene/autoctone (tutti circa sinonimi).
Le specie alloctone invasive possono determinare una radicale alterazione degli equilibri biologici degli ecosistemi, compromettendone stabilità e resilienza messe a dura prova in questa epoca di cambiamento climatico. L’esito finale è spesso la sostituzione completa delle comunità vegetali locali.
Oltre agli impatti sulla biodiversità, le specie alloctone sono poi sovente responsabili di impatti a livello economico (maggiori costi per esempio per la manutenzione di strade e manufatti danneggiati e per per azioni di controllo); sanitario (potenziali fattori allergenici, parassiti, virus e batteri incontrastati nel nuovo ambiente); socio-culturale (erosione del capitale naturale caratteristico di un’area, con conseguenze negative su qualità della vita e attività turistiche).
Il Parco, impegnato nella conservazione della biodiversità dell’area protetta, nella ricerca scientifica e nell’educazione ambientale, propone un progetto per coinvolgere la popolazione locale, in un’azione di grande rilevanza a livello ecologico.
Ad un’accurata selezione di semi raccolti in natura segue la coltivazione di piantine spontanee e autoctone in vaso e/o buste di semi, messe a disposizione del pubblico, nell’ambito di attività divulgative svolte nelle valli del Parco e conservate presso il centro “L’uomo e i coltivi”, a Campiglia Soana.
Il territorio del Gran Paradiso ospita un ricco patrimonio naturale che include molti esemplari vegetali di alto potenziale ornamentale.
Le piante proposte sono rustiche, non hanno bisogno di cure particolari e innaffiature importanti e sono capaci di resistere ad eventi climatici estremi. La sola fioritura non può competere con quella di piante da vivaio che sono selezionate geneticamente per allungare il periodo di fioritura e aumentare dimensioni e complessità dei fiori. Tuttavia, favorendo queste piante, il valligiano o il cittadino può contribuire ad arginare la minaccia svolta dall’introduzione di specie esotiche invasive e ospitare sul proprio balcone un pezzo di biodiversità del Parco del Gran Paradiso, avvicinandosi a conoscere un patrimonio naturalistico estremamente ricco e interessante che appartiene a tutti noi.
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Le specie ornamentali autoctone proposte