Escursioni, laboratori e attività nella natura: è iniziata un’estate intensa per la FUCINA da RAME di Ronco Canavese

A seguito di un’importante opera di restauro della copertura, lo scorso giugno riapriva l‘Ecomuseo del Rame di Ronco Canavese in Valle Soana, nel territorio del Parco Nazionale Gran Paradiso.

La Fucina da Rame, sito storico di grande importanza risalente al XVIII secolo*, fu trasformata dal Parco in un laboratorio di visita esperienziale, entrando a fare parte del complesso degli Ecomusei della Provincia di Torino e facendo sì che si potesse ripercorrere le antiche fasi della lavorazione del rame, attività di rilevante importanza per la zona.

La Fucina, utilizzata per la produzione di oggetti in rame, svolge infatti e da sempre un ruolo molto significativo nell'economia locale e oggi rappresenta un patrimonio culturale e storico che merita di essere preservato e valorizzato.

Con il Comune di Ronco Canavese e le Associazioni locali, grazie al sostegno economico della Fondazione Compagnia di San Paolo, il Parco Nazionale Gran Paradiso ha sostenuto un progetto di valorizzazione della Fucina da Rame, con l’obiettivo di riportare l’attenzione su uno straordinario bene culturale che potrà nel tempo attrarre nuovi flussi e creare opportunità di sviluppo sostenibile per la comunità locale.

Durante la stagione 2024 la Fucina è aperta al pubblico secondo un calendario predefinito che fornisce agli appassionati di natura, e non solo, l’opportunità di addentrarsi nella storia e nelle tradizioni del territorio.

Il programma con i giorni di apertura 

Guide esperte del Parco conducono i visitatori in un percorso che permette di ammirare le antiche macchine e gli strumenti tradizionalmente utilizzati nella produzione di manufatti in rame: per tutta l’estate infatti vengono organizzate delle escursioni guidate alla Fucina, che offrono ai visitatori l'opportunità di esplorare l'area circostante e di scoprire la natura incontaminata del Parco. Durante le escursioni, i partecipanti godranno della bellezza del paesaggio e conosceranno l'importanza storica della Fucina. Si partirà dal centro di Ronco Canavese e si verrà guidati alla scoperta della ricca flora e fauna che caratterizza questo settore del Parco.

La Fucina da Rame quest’anno ospita anche un laboratorio dedicato alla creazione di gioielli di rame. Qui i visitatori hanno la possibilità di partecipare a workshop guidati per imparare le tecniche tradizionali della lavorazione del rame, e creare, con le loro mani, gioielli unici. Questa attività permette di valorizzare l'artigianato locale, valorizzando nello stesso tempo la creatività dei visitatori.

Da metà giugno a metà settembre sarà quindi sempre possibile per i gruppi (da 15 a 25 persone), prenotare una visita guidata, un’escursione o un laboratorio.

La Fucina da Rame è pertanto entrata in un’avvincente fase transitoria che, dalle sporadiche ma importanti giornate di “Porte aperte” dei due anni precedenti, passando per il traguardo dell’inserimento dei beni FAI per le “Giornate FAI di primavera” porterà – ed è l’auspicio di tutti gli Enti partner – alla sua apertura strutturale, alla pari di tutti gli altri Centri Visitatori.

La Fucina si sta quindi affermando come importante polo di attrazione, un luogo di incontro tra cultura, natura e tradizione artigianale, che offre un'esperienza unica ai visitatori e una grande opportunità di crescita per la valle.

*Un po’ di storia

L’antica fucina, che costituisce il nucleo principale dell’opificio, è un edificio risalente al 1675 che consta di due elementi principali: la “fucina grande”, preposta alla lavorazione del rame e la “fucina piccola”, dove invece era lavorato il ferro. I Forni erano alimentati con il carbone di legna ricavato dai boschi della zona, mentre i macchinari erano alimentati dalla forza dell’acqua. La fucina, che rimase in attività fino all’inizio degli Anni ‘50, produceva oggetti in rame per uso domestico; non è escluso però che in alcuni periodi (per esempio, quello Napoleonico) la fabbrica sia stata adibita a produzioni belliche, come si verificò per le fucine di Locana, Sparone, Pont e Cuorgnè. La parte architettonicamente più pregevole del complesso è la fucina grande: la sua tipologia e i materiali costruttivi sono quelli tipici della Val Soana; sono le dimensioni inusuali, per esempio la notevole altezza interna dei locali, che ne suggeriscono la funzione produttiva. Strutture come questa costituiscono, a tutti gli effetti, testimonianza storica di un pezzo di cultura artigiana e di una tecnica produttiva che oggi appare un modello di sostenibilità.

Il fabbricato è stato costruito nel 1675 in borgata Castellaro, sulla sponda sinistra del torrente Soana, poco prima dell'entrata al capoluogo di Valle. La datazione è attestata da una scritta su pietra all'interno del fabbricato principale: "IHS Glaudo Calvi 1675". All’ opificio sono annessi un'altra struttura per la lavorazione del ferro e il carbonile.

Fino al 1952 la Fucina produceva manufatti per i calderai, ora è testimonianza storica di un modello produttivo basato sulle risorse locali: i minerali, l’acqua e il bosco. Nel 1996, in seguito ad un accordo con il Comune, il Parco Nazionale Gran Paradiso prese in gestione tutto il complesso per 50 anni e ne curò la ristrutturazione e l'allestimento interno.

La Fucina oggi è un Ecomuseo e raccoglie una selezione di manufatti in rame realizzati dai calderai "ruga" della Valle, insieme a un ricco laboratorio didattico.

Dopo un lungo periodo di chiusura per risanare le travature di copertura del locale principale, nel 2022 la Fucina è stata riaperta ai visitatori. Grazie al progetto Re-Cuivre, finanziato dal progetto di Compagnia di San Paolo Next Generation We nel 2023, sono state realizzate dodici giornate di apertura della Fucina, a cui hanno partecipato 544 persone. Anche nell’estate 2024 sono previste aperture, laboratori ed escursioni guidate, il programma è disponibile sul sito:

https://www.pngp.it/porte-aperte-alla-fucina-da-rame-di-ronco-canavese

Per informazioni e prenotazioni:
e-mail: cvronco@pngp.it
Tel. + 39 0124 817377

Foto di Elisabetta Pretto