Il Parco nazionale del Gran Paradiso discende storicamente dalla Riserva di caccia che alla metà del secolo scorso fu costituita dalla casa Savoia. Nel 1856 si concretizza la costituzione della riserva. Vengono allora costruiti o riattati, fra il 1860 e il 1900, ben 325 chilometri di mulattiere che collegavano fra loro cinque "reali casine di caccia", poste a 2000-2200 m di quota. Questi fabbricati erano concepiti a un piano, tetto in lastre di pietra, con una serie di locali comunicanti direttamente con l'esterno. Delle case reali rimangono in dotazione al parco quella di Orvieille, in Valsavarenche, e quella del Gran Piano di Noasca, in Valle Orco, utilizzate per la sorveglianza e per la ricerca.
Un aspetto significativo della memoria della Riserva reale, nei segni lasciati sul territorio, è quello legato alle mulattiere e ai sentieri.
Le mulattiere erano organizzate con una dorsale principale di 150 chilometri, collegante le case reali, superando valichi e scoscesi pendii, e diverse derivazioni per 175 chilometri, in direzione dei casotti dei guardiani e delle postazioni venatorie.
La "spina dorsale" fu concepita per permettere il rapido
raggiungimento delle case di caccia. Qualunque fosse la provenienza del corteo reale, da Torino o dalla Valle d'Aosta, era possibile l'accesso comodo alle case di soggiorno tramite la rete di mulattiere cavalcabili, con una pendenza costante intorno all'8/10%, con mirabili muri in pietra a secco e tratti lastricati.
In molti casi la dorsale principale è ancora perfettamente riconoscibile, mentre è diverso il discorso delle varie diramazioni alle "poste" o ai casotti, in parte andate perdute.