Il satellite TERRA, uno dei due da cui si ottengono i
dati MODIS
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Validazione
degli indici satellitari di vegetazione come stimatori di qualità nutrizionale
delle praterie alpine
La
disponibilità di dati satellitari è piuttosto ampia: tra quelli accessibili
gratuitamente i più utilizzati sono i dati MODIS (Moderate-Resolution Imaging Spectroradiometer), messi a disposizione
dalla NASA, grazie ai quali è possibile disporre, a partire dal 2001, di
dati con risoluzione di 250 m e frequenza giornaliera. Ciò che manca per poter
utilizzare questi dati quale indice della qualità nutrizionale delle praterie è
la dimostrazione di una reale correlazione tra le due grandezze: in altre
parole, è necessario dimostrare che il dato satellitare, funzione della
riflessione e dell’assorbimento della luce da parte della vegetazione, sia
effettivamente utilizzabile come indice della qualità nutrizionale del foraggio.
Ciò è già stato mostrato a livello globale, ma mai nello specifico per le
praterie alpine. Se fosse possibile fare questo, i dati satellitari potrebbero
essere utilizzati per analizzare come la struttura dei pascoli è cambiata nel
recente passato (è vero che i prati alpini maturano prima rispetto al passato,
e con maggior rapidità? se sì, in quali situazioni morfologiche questi
cambiamenti sono maggiori? ).
La
validazione dell'indice come stimatore della qualità nutrizionale è quindi un
obiettivo preliminare e una condizione necessaria al proseguimento dello
studio; sarà l'oggetto della ricerca nell'anno 2012. È prevista una raccolta di
dati in campo di campioni di sfalcio, il cui contenuto nutrizionale (fibra,
contenuto proteico, digeribilità) sarà analizzato da laboratori specializzati.
I campioni saranno raccolti in prossimità di determinati plot individuati appositamente, nelle praterie comprese entro i
confini del Parco; la raccolta degli sfalci sarà effettuata con cadenza
regolare ogni due settimane, durante tutta la stagione vegetativa. I plot saranno recintati per impedire il
foraggiamento da parte degli erbivori domestici e selvatici.
Una
volta ottenuti i valori di qualità nutrizionale, questi saranno confrontati,
per ogni campione, con il valore del dato satellitare rilevato, presso ogni plot, nel periodo del campionamento.
Ricercatori
e studenti attualmente coinvolti nel progetto Coordinamento: Achaz von Hardenberg,
Bruno Bassano, Giuseppe Bogliani Dottorati: Luigi Ranghetti
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Confronto tra una foto
aerea (sulla destra) e uno dei più
utilizzati indici satellitari, l'NDVI (sulla sinistra);
si notano valori maggiori (colore rosso)
in prossimità dei boschi, valori intermedi (giallo e
azzurro) nella fascia della prateria e valori più bassi (blu) in presenza di vegetazione nivale, roccia e
ghiacciai
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Analisi
spazio-temporale dei dati satellitari
Una
volta effettuata la correlazione tra i due dati, sarà possibile procedere con
lo studio vero e proprio: la modellizzazione del valore degli indici di
vegetazione sulla base delle covariate ambientali e dei predittori temporali (stagionalità
e anno). Successivamente, risulterebbe possibile analizzare diversi aspetti di
tipo spaziale (variazione della stagione vegetativa alle diverse quote e nei
diversi versanti; localizzazione dei prati con la miglior qualità nutrizionale)
e soprattutto temporale (variazione del periodo di inizio della stagione
vegetativa; variazione del periodo di massima qualità dei prati; spostamento
altitudinale dei prati di maggior qualità e variazione nella relativa
estensione). Questi aspetti, oltre ad essere trattati analiticamente, sarebbero
anche utilizzabili per la realizzazione di una cartografia della fenologia e
della qualità delle praterie alpine del Parco. I modelli saranno infine
utilizzabili per effettuare previsioni future (anche attraverso rappresentazioni
cartografiche).
Ricercatori
e studenti attualmente coinvolti nel progetto
Coordinamento: Achaz von Hardenberg, Bruno Bassano, Giuseppe Bogliani Dottorati: Luigi Ranghetti
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Andamento dell'indice NDVI in valle Orco nel 2000 (la frequenza tra le singole immagini è di 16 giorni).
Le immagini con i valori più bassi sono relative alla stagione invernale.
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Applicazione
agli studi di dinamica di popolazione degli ungulati
Obiettivo
finale del lavoro è l'applicazione dei modelli allo studio della dinamica di
popolazione dei principali consumatori primari, in particolare dello stambecco
alpino. L'interesse conservazionistico è dovuto al fatto che, nel crollo della
oppolazione avvenuto negli ultimi vent'anni, l'alterazione nei ritmi fenologici
sembra essere la causa principale dell'aumento della mortalità dei capretti (in
quanto la qualità nutrizionale dei pascoli al momento della nascita dei
capretti sarebbe inferiore; per un approfondimento, si veda la pagina delle ricerche sullo stambecco
Durante
questa fase del lavoro si andrà ad integrare i modelli di dinamica di
popolazione con le informazioni ecologiche derivanti dai modelli costruiti.
Ricercatori e studenti attualmente coinvolti nel progetto
Coordinamento: Achaz von Hardenberg, Bruno Bassano, Giuseppe Bogliani Dottorati: Luigi Ranghetti
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