L’Ente invita turisti e cittadini a mappare e segnalare alcune specie per le ricerche sulla biodiversità
"Diventa citizen scientist per il Parco Nazionale Gran Paradiso! Ognuno di noi può contribuire in prima persona alle attività di ricerca in corso sulla biodiversità, bastano una macchina fotografica, uno smartphone e una e-mail!”. Dopo la scorsa estate l’Ente Parco rinnova l’invito ai numerosi turisti che visitano in estate l’area protetta a contribuire direttamente alla ricerca scientifica all’interno del Parco, in particolare alla raccolta dati del progetto di monitoraggio della biodiversità animale in ambiente alpino.
“Negli ultimi anni, in partenza dal mondo anglosassone, si è diffuso il fenomeno della Citizen science, che consiste nel coinvolgimento diretto e volontario del pubblico e, quindi, di personale non specializzato in progetti di ricerca scientifica” spiega Bruno Bassano, responsabile del servizio scientifico del Parco, “Gli studi che utilizzano dati provenienti da citizen scientists riguardano moltissimi aspetti: dalla distribuzione geografica di animali e piante, alla qualità dell’aria e dell’acqua, agli effetti dei cambiamenti climatici, in pratica qualunque aspetto della ricerca che preveda ampie raccolte di dati in natura e che coinvolga aree geografiche estese. Ed è proprio perché i dati necessari sono molti che i ricercatori necessitano della collaborazione di molto personale anche non tecnico, puntando sulla passione che molti nutrono per la natura, per la tutela dell’ambiente e per le attività all’aria aperta”.
Il contributo del pubblico, applicato in moltissimi progetti in tutto il mondo, rappresenta per i ricercatori un valido aiuto e, per chi decida di collaborare, una preziosa opportunità di imparare tecniche semplici e specifiche di monitoraggio e di raccolta dati e di incrementare le proprie conoscenze ed esperienze.
Nello specifico, per il Parco viene richiesto a chi si trovi a passeggiare per sentieri, abitualmente o occasionalmente, sia sul versante Piemontese che su quello Valdostano, ma anche a chi entro i confini del Parco vive e lavora, di segnalare la presenza di alcune specie di animali invertebrati: sei farfalle e una lumaca. Basterà avere con sé una macchina fotografica e un dispositivo in grado di registrare le coordinate GPS, o un cellulare dotato di queste funzioni. Le schede per il riconoscimento delle sette specie e il questionario da compilare online sono disponibili sul sito www.pngp.it/citizen-science, una volta scattata la foto e registrate le informazioni sarà possibile inviarle direttamente, dal proprio smartphone o pc, tramite email, all’indirizzo citizenscience@pngp.it. In alternativa, usando il sito del Parco o l'App di I-Naturalist, piattaforma che consente di condividere le osservazioni con una comunità di naturalisti.
Verranno accettate segnalazioni anche di altre specie che popolano il Parco, proprio nell’ottica di creare un ponte virtuale tra il mondo scientifico e le persone che normalmente con questa realtà hanno pochi contatti, portando avanti quella che molti ormai chiamano la “Scienza 2.0”.
Ramona Viterbi, biologa del Parco, fornisce alcuni consigli per “catturare fotograficamente” al meglio le farfalle oggetto dello studio:“È importante non arrecare disturbo agli animali oggetto di studio, anche nei casi in cui si tratta di invertebrati, come insetti e molluschi. Evitate quindi di prendere in mano gli animali: la cattura deve essere solo fotografica! Nel caso delle farfalle, provate ad aspettare che si posino su un fiore a riposare o alimentarsi: se eviterete di coprirle con la vostra ombra, fotografarle non sarà difficile!”
Nella foto di Silvia Ghidotti un esemplare di Inachis io, una delle farfalle oggetto del progetto